La sua gestazione è stata inaccettabilmente prolungata, credo più che decennale. Ricordo di averne parlato, una delle prime volte, al Festival Mondiale della Poesia di Medellin, Colombia, nel 2009.
Ricordo, in particolare, ne discussi con un poeta spagnolo e una poeta canadese: i loro nomi dovrei ricostruirli. Poi fu uno stillicidio. Pensavo spesso al manifesto del Partito Comunista di Marx, un librino di poche pagine. Ho sempre ritenuto che è nel poco che può mimetizzarsi il molto. Fatto sta che alla fine sono giunto a compimento e la mia esistenza, ma non soltanto la mia, si è mutata fino all’inverosimile.
“Le cose vengono da lontano, provenienti da un tempo che è dicibile in qualche modo come un sempre. Ma le cose si incrementano bellicosamente, esplodendo di numero con la Rivoluzione industriale occidentale. Lì si manifestano aggregate nella veste di macchine fattrici o nel ruolo di cose figliate. L’apoteosi di tutto ciò si ha quando esse cose trovano un linguaggio per essere dette e celebrate[…]”.
Guido Oldani, Il Realismo Terminale, Mursia, Milano 2010