Probabilmente uno dei più bei titoli o fra i peggiori che si possano incontrare.
Personalmente ne sono invaghito e non riesco proprio a staccarmene. L’interesse di questo libro, credo, sta nell’estrema concisione dei suoi testi, dove sembra che anche una parola in più sia inaccettabilmente di troppo o inutilmente decorativa. Una specie di sfida dell’essenzialità ; per un mio eventuale lettore appassionato, potrebbe essere un vero e proprio livre de chevet.
La raccolta compare due anni prima del Realismo Terminale, che è la poetica che lo giustifica.
Come mai nasce prima il figlio del genitore? Semplicemente perché il genitore, pubblicato nel 2010, era stato concepito almeno un decennio prima, laddove la millenarietà si è spezzata.
“é la pagnotta larga della nebbia
dentro nella ciotola lombarda
sotto di un cielo bianco come il lardoâ€
Guido Oldani, Il cielo di lardo, Mursia, Milano 2008.