Il Realismo Terminale
Da dove nasce il Realismo Terminale
Il passaggio di millennio comporta una frattura scomposta della nostra esistenza e cultura.
La popolazione del mondo che vive nelle città ha ormai superato, in maniera irreversibile e crescente, la rimanente parte che ne vive fuori. Nasce il Realismo Terminale.
Che cos’è il Realismo Terminale
Di realismi ne esistono a bizzeffe.
Il presente “realismoâ€viene definito come accatastamento dei popoli nelle metropoli, in cui corpi umani ed oggetti convivono fra di loro a distanza zero.
L’aggettivo “terminale†indica che sta per giungere a compimento il viaggio di tutti i popoli del mondo ad ammucchiarsi nelle citate metropoli. L’aggettivo utilizzato sta ad indicare “l’ironia filosofica†propria di questo canone.
Il Realismo Terminale è un movimento che si può rinvenire in tutte le arti, dalla pittura alla musica ( più percussiva), alla danza (più gremita nello spazio)…
Il linguaggio
Il riscontro definitivo sta ovviamente, per quel che ci riguarda, nel linguaggio.
Non è più l’oggetto che assomiglia alla natura, ma quest’ultima, sempre di più, tende ad imitare i manufatti. Ciò non è nuovo ma oggi è irrimediabilmente esplosivo: la natura è oramai un centro commerciale.
La similitudine rovesciata
La figura retorica propria del Realismo Terminale, oggi soltanto finalmente denominata, è la “similitudine rovesciataâ€: appunto la natura assomiglia ad un centro commerciale e non più, mai più, viceversa. Ne vengono metafore, concetti, intere narrazioni che si vanno articolando su questa falsariga.
Poeti e lettori
“Il poeta, oggi, è come una scatola di integratori alimentari per la società in cui viveâ€.
Il lettore odierno, invece, è raro come “i guasti nelle navi spaziali in voloâ€.
E così via con esempi analoghi per ricominciare a formulare un linguaggio per i nuovi millenni dell’accatastamento pluricontinentale.